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18-04-2009
Pronta a partire fra pochi giorni per Tokyo (inaugurano un mio progetto di shopping center), Gae Aulenti, architetto, 81 anni ben celati, ha intrattenuto simpaticamente
tra ironia sulla realtà odierna e ricordi di vita e lavoro, il folto pubblico presente ieri sera la sala Estense. Lincontro, dal tema Il racconto
dellarchitettura, ha riportato a Ferrara la nota professionista nellambito di Cittàterritorio Festival. Laureata nel 1953 al Politecnico di Milano, dal 1955
al 1965 ha partecipato alla redazione di Casabella-Continuità diretta da Ernesto Rogers. Dal 1956 ha svolto la propria attività a Milano spaziando dalla progettazione
architettonica, all’interior e industrial design, alla scenografia teatrale. Affermata a livello internazionale ha lavorato a Parigi – alla riqualificazione della gare dOrsay
e allallestimento del museo dOrsay – , a Barcellona – al Museo nazionale darte catalana,- a Venezia per la ristrutturazione del palazzo Grassi e poi ancora a !
Firenze, Milano, Roma, Tokyo e anche Ferrara, dove nel 2003 ha coordinato la redazione di un progetto espositivo del Castello Estense.
Sono nata in un periodo in cui ho potuto partecipare alla guerra partigiana, – ha esordito Gae Aulenti rispondendo alle incalzanti domante di Simonetta Fiori e poi del
pubblico piccoli incarichi, ma che mi sono serviti per capire la nostra storia e per crescere come persona che partecipa, correttamente, con altre, alla propria
realtà.
Interrogata sugli anni delluniversità ha ricordato Milano, allinizio degli anni Cinquanta era una meraviglia e tutti noi eravamo pervasi da una grande
energia con la consapevolezza che la ricostruzione era per tutti, non solo della città ma per lintera comunità. Al Politecnico eravamo cinquanta allievi, di cui
soltanto due donne; oggi sono cinquemila e in maggioranza donne: bravissime, studiano di più e hanno interessi più ampi dei loro colleghi maschi.
Sono poi seguiti gli anni della redazione di Casabella e lincontro con Ernesto Rogers, il maestro attorno al quale è cresciuto un gruppo di professionisti
che hanno poi scelto strade diverse. Da Rogers ha ricordato Gae Aulenti abbiamo ricevuto il fondamentale insegnamento ad essere prima intellettuali e poi
architetti e la spinta a conoscere sempre nuovi Paesi e nuove realtà. Questo perché lattività intellettuale ha come base la curiosità, che è
sempre un buon modo per fare il proprio lavoro.
Un atteggiamento di ricerca e di approfondimento che ha costituito da quel momento la base di un percorso che ha portato Gae Aulenti a partecipare da protagonista sia alla vita
sociale e intellettuale italiana sia alla costruzione di importanti opere mondiali degli anni successivi, con le punte di eccellenza di Parigi, Barcellona, Tokyo.
Allestero ha aggiunto – alla base di ogni progetto cè una programmazione straordinaria che rimane definita nel tempo e a fronte di qualsiasi
cambiamento: lo stesso non avviene invece in Italia, dove non si conosce mai con precisione lammontare dei finanziamenti e dove i mutamenti politici producono talora vere e
proprie rivoluzioni nei programmi iniziali.
Anche nel prevedere sistemi antisismici nelle costruzioni le diversità non mancano.
I metodi di costruzione con funzioni antisismiche esistono. – ha affermato – E anche lItalia li conosce, tanto che li richiede nel piano di manutenzione da allegare alla
stesura del progetto. Salvo che allestero poi il piano viene richiesto e diventa condizione per laffidamento del lavoro, in Italia no. Anche in questo caso è un
problema di regole, che esistono ma non vengono rispettate. Un atteggiamento che a livello nazionale ritroviamo sia nella proposta del nuovo piano casa sia nella
crescita incontrollata e senza un disegno organico nelle costruzioni del nostro territorio.
Milano negli anni Cinquanta era pervasa di una grande energia. Lha mai più sentita ancora, in Italia o nel mondo?
Sicuramente in Umbria dopo il terremoto ha concluso Gae Aulenti e ora dobbiamo fare in modo di ritrovarla anche in Abruzzo e non certo risolvendo con la
costruzione delle new town.