fermo restando la situazione della struttura del sito che risulta inalterata, durante la nostra visita al rifugio avvenuta dalle 10.30 alle 12.30 (erano presenti 3 volontarie):

• È arrivata l’autobotte con l’acqua che gi? ? ieri pomeriggio aveva riempito i silos, e una volta che noi volontari entrando nel sito abbiamo verificato che i silos erano ancora pieni (uno
da 5mila litri, e due da mille), l’autobotte se n’è andata con l? ?appuntamento di ritornare venerdì mattina;
• Il personale del comune ci ha fornito circa 70 kg di mangime secc o già mischiato in bidoni con acqua cui abbiamo aggiunto circa 20kg di carne da noi portata in loco, per poi distribuirla ai
cani nelle varie zone della struttura; abbiamo inoltre somministrato ad un paio di elementi particolarmente deboli il cibo direttamente in bocca;
• Abbiamo controllato i secchi d’acqua e distribuito nuovi secchi carichi di acqua laddove non ve ne fosse a sufficienza;
• Abbiamo distribuito cartoni sulla superficie ricoperta di fango e feci per non fare stare i cani con le zampe costantemente immerse nelle feci e fango;
• Ho raccolto e buttato 3 carcasse di ratto morto, di cui una sbude llata;
• Ho indicato al personale del comune due elementi particolarmente bisognosi di intervento veterinario (una cagna con la coda completamente strappata via da un morso che mostrava la carne viva e
sanguinante, e un maschio con una voluminosa massa lateralmente posta in faccia come un ascesso);
• Mi son sentita rispondere da codeste persone che davano a me la c orda per acchiappare i cani e che dovevo portarli da dentro fin sul cancello e che poi loro li avrebbero fatti salire sul
furgone per portarli all’asl;
• Ho preso nella mischia con stancante opera di caccia (non è il mio lavoro) i soggetti indicati e li ho fatti caricare sul furgone nonostante non fosse compito mio;

Ciò detto, vi chiedo:

• Se noi volontari non ci fossimo organizzati per alternarci per “affiancare” il personale del comune a fare il loro lavoro, in che condizioni sarebbero i cani? Non ho mai visto entrare il
personale suddetto che si mantiene sempre al di fuori del cancello e forse ora, cosciente della nostra presenza evita anche di fare ciò per cui è pagato; non è che la nostra disponibilità ad
aiutare sia stata tr oppa, o troppo fraintesa e adesso la situazione paradossalmente si sta rivoltando contro di noi? Siamo noi i responsabili? Siamo noi che dobbiamo segnalare la presenza di
animali con parti di carne scoperti? Siamo noi che dobbiamo distribuire il cibo in simil-ciotole camminando in mezzo agli escrementi che nessuno del personale comunale provvede a togliere? Vorrei
precisare che una cosa è affiancare il personale comunale per fare queste cose magari indicandogli il come, il dove, o il chi, dato che ci sono storie di sofferenza dietro ad ognuno di quegli
elementi, e un’altra cosa è che siamo solo noi volontar i ad entrare, a distribuire il cibo, di cui la metà messo di nostre tasche, a cambiare l’acqua, a caricare l’acqua dalla botte, a
pulir e gli escrementi e distribuire cartoni e giornali per pulire i giacigli, ad avere le attenzioni di badare personalmente ad alcuni soggetti troppo deboli o le attenzioni di sullo stato di
salute di ogni cane tanto da individuare i soggetti con ferite o altro e portarli fuori fino al furgone!!!
• È possibile distribuire parte di questi cani in altre strutt ure che diano la loro disponibilità ad accoglierne un numero anche se minimo, anche se le strutture suddette non sono
perfettamente a norma? Visto e considerato che l’unica struttura a Palermo riconosciuta a norma è già in soprannumero? E soprattutto visto e considerato che qualunque alta struttura non a norma
sia comunque un paradiso rispetto al rifugio in questione?
• In alternativa a questo ultimo punto, se noi associazioni di volontariato trovassimo sul territorio italiano la disponibilità di posti in canili a norma, non ci dovrebbero essere problemi per
il comune per trasferire parte dei soggetti in codesti canili, no?
• Se non si fa una campagna di adozioni, con schede preparate e fot o e dati dell’animale, come si può pretendere che le persone venga no a bussare dietro la porta del rifugio in mezzo al
fango per prendersi i cani con se?
• Se è vero che in fase di sterilizzazione tutti i cani sono p assati dall’Asl e che sono stati schedati (essendo già microchippati, sono stati fotografati, indicando sesso, età e mantello)
perché queste schede non sono già pubbliche per poter facilitare e accelerare le adozioni?

Noi volontari possiamo tamponare al rifugio offrendo il nostro aiuto del tutto volontario, non pagato, non dovuto e soltanto mosso da legge morale che nessuno ci insegna e che nessuno scritto ci
obbliga a rispettare, ma non possiamo farlo in eterno, possiamo farlo, affiancando chi lo deve fare, per il tempo margine che serve per fare uscire i cani da li, o per portarli in altri rifugi o
per farli adottare tramite campagne basate su schede individuali.

Marianna Buffa
349/5838651
info@poliziaecozoofilasicilia.it


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