mi permetto di portare a conoscenza di tutti lo stato delle strutture e delle condizioni sanitarie degli animali
del canile alla data del 09/04/09, giorno in cui alcuni volontari, tra cui la sottoscritta, grazie all’autorizzazione, sono potuti entrare al canile.

 

 

 

Siamo entrati alle 17.00 circa e siamo usciti alle 19.00 circa. Eravamo 4 volontarie.

 

Le strutture in legno, ferro, lamiere, reti metalliche e pedane di legno, sono cadenti, in alcuni punti bisogna
abbassare la testa per non sbattere o muoversi adeguatamente per passare da stretti corridoi in cui chiodi arrugginiti o reti metalliche aperte possono agganciarsi alla persona. Il calpestamento
non prevede ne cemento ne strutture soldi come legno o lastre di qualunque materiale; è invece direttament e la terra che con la mancata pulizia degli escrementi dei giorni dal 04/04/09 al
09/04/09 (pulizia che prima veniva fatta ogni giorno) ha formato uno strato di escrementi misto a fango di spessore di quasi tre centimetri;

 

I secchi d’acqua dove fare abbeverare i cani erano circa la metà vuoti o rivoltati a terra (quando si svuotano
sotto la metà il cane per bere s i spinge fin dentro il secchio facendolo battere e perdere per terra tutto il restante contenuto d’acqua) e la restante parte riempita s olo per un terzo e di
acqua sporca di fango; questo ci ha fatto pensare che non fosse stata cambiata o rimpinguata la mattina stessa dagli operatori comunali;

 

Le ciotole (alcune bacinelle, altre pentole o pade lle, altri scolapasta) erano per lo più vuote da croccantini o
cibo in genere;

 

I cani di alcuni box erano misti ai cani di altri box o sparsi nel corridoio centrale perchè la porta del loro
box era aperta, non essend o stata chiusa e fermata correttamente con il filo di ferro; questo purtroppo genera liti e possibili aggressioni tra i soggetti soprattutto quando vi è carenza di
cibo;

 

Ho contato:

 

1.   
circa 5 soggetti con rogna evidente, poiché il manto e ra in maggioranza scoperto fino alla cute in assenza di pelo;

2.   
un paio di soggetti con ferite ancora aperte alle orecchie o zampe, forse per risse tra loro, per i motivi descritti sopra, con la carne ancora
sanguinante;

3.   
un soggetto maschio con un forte gonfiore alla mascella lato dx (come un ascesso o simile), e un altro soggetto maschio con un altro gonfiore (proprio una
palla) al lato interno della zampa posteriore dx, la quale tra l’altro non usava per poggiare;

4.   
un numero molto alto di soggetti con evidenti sintomi di le ishmania non curata;

5.   
circa 5 soggetti particolarmente impauriti dalla massa tant o da nascondersi dietro tavole e altro per non essere aggrediti;

 

 

Questo riscont rato al nostro arrivo; una volta entrate ci siamo quindi subito premurate p er:

 

1.   
distribuire omogeneamente sia nei corridoi abitati sia nei box multipli, il mangime con una decina bagnarole portate da noi di circa 10 kg di capienza
riempite a metà di croccantini misti a carne secondo i rapporti proporzionali sopra descritti, avendo usato un sacco di 20kg di croccantini a noi porto dagli operatori del comune unito a 30 kg
di croccantini portati da noi e a circa 30 latte di carne da un kg portate sempre da noi; nella distribuzione a questo misto per il pasto è stata aggiunta pasta cotta mista a carne nella
quantità totale di circa 30 o 40 kg portata da una volontaria e preparata prima da lei;

2.   
fornire a due soggetti particolarmente impauriti e nascosti dietro pedane personalmente la quantità di mangime per alimentarli;

3.   
pulire il grosso degli escrementi nei box in peggiori condizioni igieniche (i cani mangiavano in ciotole con le loro stesse feci), con scope e palette da noi
portate e distribuire cartoni e giornali puliti da noi portati sul pavimento per preparare il giaciglio degli animali;<
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4.   
svuotare i secchi parzialmente pieni di acqua sporca fuori dal rifugio (dentro aumenta il fango) e riempirli, insieme a quelli già vuoti e rivoltati per
terra, di acqua pulita per farli bere, presa dal silos di 10mila litri posto in fondo che si vedeva pieno per la metà circa del suo contenuto totale; distribuire in ultimo i secchi tra i box e i
corridoi abitati dai cani per assicurarsi che tutti i cani possano avere l’a cqua;

 

 

Sulla base di quanto ora appena descritto, nell’interesse del benessere d ei cani, per il tempo in cui purtroppo
resteranno ancora in quella struttura, e nella speranza di trovare al più presto per loro una nuov a casa in famiglia, e in mancanza di questa in un’altra struttura a s copo rifugio per cani,
certamente migliore di questa, chiediamo al comune di Palermo:

 

1.   
di far comprare e distribuire uniformemente dai suoi operatori sul terreno una quantità adeguata alla superficie (circa 200mq) di pietrisco allo scopo di
ovviare il problema della mancanza del cemento sotto i piedi (certamente più facile da lavare) per facilitare le pulizie degli escrementi e per evitare che con la pioggia il tutto si trasformi
in fango sotto le zampe dei cani che stanno 24h/24 a contatto con questo suolo; ricordando che è un’operazione che già la signora faceva ogni 4 o 6 mesi circa;

2.   
di autorizzare noi volontari a cui ha autorizzato l’accesso al sito an che ad apportare modifiche alle strutture preesistenti quali lo spostamento di tavole
di legno o di metallo usate per coprire cucce ma mal poste e che rischiano di fare danno ai cani e a noi stessi, o altresì di tagliare spigoli o fili sporgenti che allo stesso modo possono
recare danno alla salute umana o canina;

3.   
di far comprare e distribuire uniformemente tra le gabbie o le zone in cui i cani sono liberi, una trentina di ciotole ampie (da usare per almeno 5 cani
l’una) e stabili dove poter somministrare l’acqua se nza il problema che battano per terra e si disperda il contenuto lasciando i cani senz’acqua, (cosa che sicuramente li rende molto più
nerv osi) ed altrettante per il cibo;

4.   
di far comprare un manicotto di circa 30 metri (quello che c’è al rifugio è tutto bucato) che serva per caricare settimanalmente l’acqua dal furgone
degli operatori del comune che portano l’acqua fino al silos da 10mila litri posto in fondo alla struttura; dal silos noi volontari ogni giorno carichiamo i secchi e le ciotole di acqua per
distribuirli ai cani nei vari box;
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5.   
di far verificare che i suoi operatori cambino l’acqua nelle bacinelle ogni giorno e in modo adeguato per non fargliene mancare, e che somministrino
effettivamente tra i 300 ed i 400 gr di mangime a cane (il che implica un totale di circa 70kg di cibo secco), badando a far mangiare anche coloro i quali restano in disparte impauriti, evitando
soprattutto di distribuire il cibo per terra, dove una volta misto alle feci risulta inutilizzabile, aumentando il fango e la fame dei cani che li non possono più mangiarlo; inoltre riguardo
all’argomento c ibo chiediamo se era possibile oltre al cibo secco far mischiare in percentuale 1 a 4 anche carne umida in latte (noi volontari mischiamo una lat ta da un kg di carne in una
bacinella con circa 4 o 5 kg di croccantini per distribuirla ad un box generico di circa 10 o 12 cani); questo permette ai cani di mangiare tutto, quindi sfamarsi, e inoltre non lasciare cibo
disperso nelle ciotole per non attirare i topi; per un totale di circa 20 ?“ 25 kg di carne umida in latte da 1kg circa;

6.   
di far verificare che gli operatori del comune chiudano le porte dei box dopo aver somministrato cibo ed acqua per diminuire i casi di attacchi reciproci tra
i cani;

7.   
di far predisporre il ritiro presso l’ASL e la cura dei soggetti sopra elencati in evidente bisogno di assistenza medica (quelli su descritti sono solo
alcuni dei bisognosi);

8.   
di far predisporre l’attività di pulizia dei b ox dai  collaboratori del comune o chi per loro con periodicità g iornaliera;

9.    di autorizzare noi volontari a fare foto ai cani allo scopo di pubblicarle insieme a schede dettagliate sull’animale (età,
sesso, eventua le storia se a noi nota) e a pubblicarle altresì tramite i siti delle associazioni animaliste con cui siamo collegati (es. Corpo Polizia Ecozoofila AUD di cui la sottoscritta è
la responsabile regione Sicilia, Ente Nazionale Protezione Animali, di cui fa parte un’altr a delle volontarie presenti, ed altre quali la Lega Anti Vivisezione o la Lega Italiana per <
st1:personname w:st=”on” productid=”la Difesa”>i Diritti degli Animali, ed altre) allo scopo di favorire ed accelerare le adozioni in famiglia di questi animali, sapendo che è molto difficile
trovare posto per tutti questi soggetti in altre strutture simili;
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Marianna Buffa

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