Il Terzo Settore è composto da tutta una serie di enti a carattere privato che agiscono in vari campi come la tutela dell’ambiente, l’assistenza alle persone portatrici di disabilità, l’animazione culturale o i servizi socio-assistenziali e sanitari. Sono anni che si discuteva della Riforma del Terzo Settore, una grande mole di norme che ridisciplinano l’impresa sociale e il no profit. Oggi finalmente il Codice del Terzo Settore è legge anche se per definire realmente il grande riordino saranno necessari la bellezza di 20 decreti ministeriali che verranno emanati entro la fine del prossimo anno.
Possiamo soltanto accennare alla riforma in corso, anche se per comprenderne meglio tutte le opportunità e le scelte potete consultare lo Studio Riggioni Fano. Innanzitutto vengono abrogate sia la legge sul volontariato, 266/1991 e quella relativa alle associazioni di promozione sociale, 383/2000. Diventano Enti del Terzo Settore sette tipologie diverse: associazioni di promozione sociale, imprese sociali, comprese le cooperative sociali, organizzazioni di volontariato, società di mutuo soccorso, enti filantropici, reti associative ed altri enti (a carattere privato senza scopo di lucro, fondazioni, associazioni riconosciute e non).
Non fanno invece parte degli Ets i partiti, i sindacati, le amministrazioni pubbliche, le associazioni professionali di categoria e di datori di lavoro ed anche le fondazioni di origine bancaria. Coloro che rientrano nel Terzo Settore dovranno obbligatoriamente iscriversi al Registro unico nazionale del Terzo Settore (Runts). Sarà gestito a livello regionale ma avrà la sua sede presso il Ministero delle Politiche Sociali. L’iscrizione comporta per gli enti il rispetto di diversi obblighi che riguardano la trasparenza nei bilanci, i rapporti di lavoro e annessi stipendi, la destinazione di utili qualora ci fossero, l’assicurazione dei volontari, la democrazia interna.
Gli enti del Terzo Settore non avranno soltanto doveri ma anche vantaggi ed esenzioni economiche così come previsto dalla riforma. Nei prossimi tre anni avranno modo di accedere a circa 200 milioni di euro dei quali possono beneficiare attraverso risorse del nuovo Fondo progetti innovativo, il lancio dei Social bonus e dei Titoli di solidarietà, incentivi fiscali maggiorati. Molto importanti anche le indicazioni chiare all’interno della legge per le pubbliche amministrazioni e il loro rapporto con gli Ets. Esse potranno cedere senza oneri beni mobili o immobili alle associazioni per le manifestazioni e gli eventi oppure dare le sedi in comodato gratuito. Le amministrazioni dovranno inoltre prevedere la presenza degli Ets sia nella programmazione sia nella gestione dei servizi sociali ed incentivare anche la cultura del volontariato, in special modo nelle scuole.